20:56 – Come forse ricorderete,
verso metà dicembre 2011 in consiglio comunale c’è stata un’assemblea pubblica (la cui cronaca è consultabile qui) relativa alla messa in sicurezza di Rivolta dal fiume Adda. In particolare, si
era discusso di uno studio di fattibilità di un abbassamento della briglia del
fiume che non danneggiasse la tenuta strutturale del ponte sull’Adda.
21:00 – Fra i temi in discussione
stasera, c’è un aggiornamento dell’evoluzione del medesimo progetto. E siccome
siete lettori attenti, a questo punto avete capito perché sono qui a fare la
cronaca.
21:01 – C’è un po’ di gente,
stasera.
21:05 – Prende parola Fabio Calvi
e riassume i punti in discussione. 1) Piano di emergenza comunale della Protezione
civile; 2) presentazione dei risultati sullo studio di sicurezza del ponte
sull’Adda; 3) progetti per la messa in sicurezza del paese; 4) proposta d'installazione di una centrale
idroelettrica sul fiume.
21:07 – C’è anche il
vicepresidente della provincia di Cremona. Dopo un breve intervento, torna fra
il pubblico.
21:09 – Si comincia. “Storicamente
Rivolta parte con un piano di cui questo è l’ultima evoluzione. Abbiamo cercato
di raccogliere esperienza pregresse per avere una pianificazione semplice ed
efficace affinché il sindaco possa espletare i suoi compiti.”
21:10 – “Noi ci poniamo
domande e il piano ci offre risposte.”
21:12 – La prima parte della
relazione si concentra sul metodo operativo scelto per stendere il piano.
Criticità del territorio, organizzazione del servizio, risorse disponibili e
procedure d’intervento sono stati i 4 criteri principali.
21:15 – “C’è stato molto
confronto con l’Amministrazione per andare a vedere quello che è successo in
passato. L’intera Amministrazione risponde in toto di fronte alle emergenze. Si
parte dal sindaco e si arriva ad ogni livello.”
21:16 – “Un elemento
fondamentale è la consapevolezza che la Protezione civile debba fare gioco di
squadra. Tutti i soggetti devono cooperare intorno a un tavolo, passando dalla
strategia alla tattica sul territorio.”
21:17 – Via con la prima sigla: “Unità
di crisi locale.”
21:18 – “Lo sforzo è decidere
subito, oggi, chi fa che cosa durante un’emergenza. Farlo ora significa non
perdere riflessioni.”
21:19 – Dal punto di vista ipotetico, gli scenari di emergenza
sono molto numerosi, ma secondo il relatore il comune può ridurre i tipi
d’intervento in 9 interventi diversi. Buona notizia: da un alto tasso di
variabilità si passa a un ridotto numero di operazioni.
21:22 – Rischi presenti derivati
da ambiente naturale: alluvioni o esondazioni, eventi meteorologici
eccezionali, incendio boschivo. Rischi presenti derivati da ambiente antropico
(legato ad attività e/o insediamenti umani): trasporto di sostanze pericolose, vulnerabilità
di reti tecnologiche, vulnerabilità di reti viabilistiche.
21:24 – Il cronista qui è molto
tranquillizzato dal fatto che a Rivolta d’Adda non esiste pericolo derivato da attività
vulcaniche.
21:25 – Interessante: in questo
studio non c’è distinzione fra piccoli e grandi problemi. I rischi non sono
cioè catalogati in maniera gerarchica.
21:27 – Per ciascuno di questi
rischi, è stato preparato un protocollo d’intervento. Avendo Rivolta un
territorio molto ampio, le carte generali presentano uno zoom sulla zona
urbana.
21:30 – “Ci si organizza già
dal pre-allarme. Poi magari l’intervento non c’è, però intanto la protezione
civile è già attiva.”
21:34 – Ora c’è l’illustrazione
di una procedura d’intervento.
21:35 – Poi ci sono le procedure
operative standard: monitoraggio, perlustrazione, informazione diretta alla
popolazione, allestimento area di ricovero e ammassamento soccorsi,
evacuazione, preservazione argini, rimozione ostacoli.
21:37 – Tutta la documentazione è
consultabile presso gli uffici comunali e presso l’ufficio di Protezione
civile. Fine dell’esposizione.
21:38 – Carera ringrazia.
Sottolinea che il piano non è solo legato al rischio esondazione che ha colpito
Rivolta nel 2002 ma è allargato a molti altri tipi di prevenzione del rischio.
21:40 – Non ci sono domande, per
ora.
21:41 – Tocca a Malerba. Carera
introduce in riferimento all’assemblea che ricordavo prima. “Siamo arrivati
in fondo a questo processo. Il prof. Malerba ha portato a termine l’indagine e
La Veglia ha messo in atto gli interventi conseguentemente realizzabili.
Sappiamo che i fondi sono disponibili, speriamo tutti che questi lavori
comincino al più presto.”
21:43 – Malerba riassume il
problema, poi ripercorre la storia del ponte. Ha avuto già due interventi in
passato.
21:49 – Malerba fa poi una
dissertazione tecnica sulle modifiche normative intervenute negli anni sulla
costruzione dei ponti. Scriverne una sintesi è un compito abbastanza arduo.
22:01 – Ora interviene l'assistente di Malerba, che si è occupato a lungo del problema: “Abbiam fatto una
valutazione preliminare di fattibilità di rinforzamento della struttura, a
prescindere dall’abbassamento della briglia. La proposta: evitiamo di allargare
la pila, l’idea è quella di allargarci verso valle rispetto al corpo esistente,
in modo tale che, oltre a garantire maggiore robustezza della pila, c’è un
miglioramento dal punto di vista idraulico.”
22:04 – Malerba: “Questo
studio è stato supportato dall’Aipo, che ha fornito tutto il materiale
necessario. Dati essenziali per lo studio.”
22:05 – Interviene ancora il
vicepresidente della provincia. Parla poi di un progetto provinciale che doti i
comuni di un software che fornisca ai vari comuni piani di evacuazioni pronti
all’uso
22:09 – Domanda sul ponte: “L’intervento
viene fatto solo su un lato?” “Se
viene fatto, si fa sull’intero ponte.”
22:11 – E poi: “Si fa l’intervento
sul ponte e non sulla briglia, giusto?” Risponde Carera: “Il ponte ha dei problemi, necessita di un intervento.
Abbiamo visto che l’abbassamento della briglia non aiuta il ponte a stare
meglio, anzi. Malerba suggerisce: prima di fare un intervento sulla briglia,
conviene fare un intervento sul ponte. Da questa relazione nasce l’ipotesi per
un intervento di sistemazione sul ponte. Conviene privilegiare intervento sul
ponte. Ma questo è un problema della provincia. I soldi per la briglia restano
a Rivolta.”
22:14 – Ora tocca a La Veglia. Fa
un riassunto sull’idraulica della zona di Rivolta. Ripercorre la storia
dell’alluvione del 2002. Le foto di quel giorno fanno ancora un certo effetto.
22:18 – La Veglia ricorda anche
gli interventi “di somma urgenza” messi a punto nel periodo immediatamente
successivo all’alluvione.
22:20 – “In quel periodo si
aprì il dibattito sulla questione della briglia. Abbiamo finalmente concluso un
approfondimento che ci ha permesso di raggiungere uno stato di conoscenza utile
anche alle altre Amministrazioni.”
22:23 – “Mentre andavano
avanti gli studio abbiamo proseguito approfondimenti di tipo idraulico. Per
cui, abbiamo implementato le ipotesi di completamento delle opere di difesa
dell’abitato di Rivolta. La prima cosa è stata scongiurare che una nuova
esondazione aggirasse ancora l’argine della Faccendina nel 2002. Poi c’è un
miglioramento del deflusso in alveo. Le strozzature sono un problema idraulico che
si può risolvere. E poi c’è l’abbassamento della briglia del ponte.”
22:26 – “La nostra proposta
d’intervento è di eseguire risezionamenti d’alveo nei punti più significativi.
C’è anche una difesa arginale della SP 90 che contenga le piene verso nord. In
particolare, tutto quello che noi avevamo previsto per la zona briglia sono
400.000 euro. Verrano utilizzati per il risezionamento dell’alveo e ripristino
di un pezzo di sponda eroso. Ripristino della parte inferiore della briglia,
risistemazione dell’alveo in zona Corneliano Bertario.”
22:32 – “Dopodichè, c’è la
costruzione dell’argine a nord di Rivolta. Stiamo redigendo il progetto
definitivo. Per quanto riguarda quest’opera, il costo previsto è di 1.100.000
euro, in parte coperto dall’Aipo.
La progettazione dell’opera dev’essere finita e appaltata entro quest’anno.”
22:35 – “Abbiamo inserito
un’altra opera dal costo di 120.000 euro per opere di difesa sulla sponda di
sinistra, nella zona della Cascina Colomba.”
22:36 – Carera sintetizza: ci
sono 3 interventi. Quello da 400.000 serve per pulire l’alveo e ridare
possibilità all’acqua di scorrere più velocemente. Poi c’è l’intervento dove
c’è il Cavo Carini. Molto delicato e critico. L’intervento più importante è
quello dell’argine a protezione dell’abitato di Rivolta. Va circa dall’ingresso
della cava De Poli alla strada per Cassano.
22:44 – Dal pubblico: “A me
sembra che il lago di Como sia regolamentato da una chiusa.” La Veglia: “La chiusa la aprono subito.” Ancora: “Mi sembra che il problema del 2002
fosse stata la mancata escavazione dell’alveo.”
La Veglia: “Sono dieci anni che ripetete questa cosa, secondo me il
problema è diverso.”
22:46 – Il membro del pubblico, il signor Bravi, prosegue nella contestazione della posizione di La Veglia. Si potrebbero fare molte
considerazioni su questo breve scambio. Soprattutto di come le certezze inossidabili del cittadino comune sembrano trascurare i dati e la posizione argomentata di un professionista competente e addetto ai lavori.
22:50 – Carera interviene per
ricordare le dimensioni esagerate della piena del 2002, classificata
successivamente come piena che “accade ogni 200 anni.”
22:51 - Una domanda del signor Ettore Seragni: “Lei quando parla di argine intende una barriera dell’altezza di?” La Veglia: “Un paio di metri circa.”
22:56 – Poi ha una domanda anche
per Malerba: “Non sono un tecnico, ma venire a scoprire di interventi che
hanno rinforzato il lato Cremona e non il lato Milano... La cosa mi lascia
esterrefatto.” Malerba spiega che ci sono
due motivi: l’alveo in quei tempi era più sforzato dalla parte di Cremona, e
poi c’erano i finanziamenti.
22:58 – Malerba fa poi una breve
digressione sulla saggezza di operare sulle infrastrutture in prevenzione dei
danni. Dice che molte opere italiane sono state costruite intorno agli anni
Sessanta, e siccome sono opere che in genere hanno un ciclo di vita di 100
anni, intorno al 2050 occorrerà o ristrutturarle o addirittura ricostruirle.
23:00 – Prende parole Brandazza,
presidente del comitato del 26 novembre. Esprime una grande approvazione per
l’assemblea di stasera, poi legge un documento. “Doveva svolgersi qualche
lustro fa, questa serata.”
23:01 – È un documento piuttosto
bizzarro: fa autocritica in modo un po’ vittimista e un po’ sarcastico, non si
capisce. Infine chiede a tutte le forze in campo di utilizzare il comitato per
la funzione di collante fra le diverse forze in gioco.
23:04 – Brandazza: “Se non ho
capito male il ponte non è a norma. Noi cittadini però dobbiamo stare sempre nelle
norme.” Malerba: “Preciso un
aspetto. Quando una norma cambia, non è che tutto debba essere risistemato alla
luce di quella norma. Il cambiamento di norma percepisce un avanzamento di
conoscenze, di percezione dell’incolumità dei cittadini. Le opere hanno una
vita a termine, i costi dovrebbero essere calcolati anche in funzione dei
costi di mantenimento che avrà in futuro.”
23:07 - Se non ho capito male, il fatto che il ponte non sia a norma non significa necessariamente che il ponte sia in pericolo.
23:09 – Gli scambi fra Brandazza
e Malerba proseguono. Malerba è molto bravo.
23:10 – Prende parola Melini. “Crediamo
che sia utile una commissione Adda che possa far discutere e partecipare i
cittadini a questi procedimenti decisionali, soprattutto in tema di espropri e
di tracciato del nuovo argine. È evidente che la briglia non verrà abbassata
per motivi di sicurezza del ponte.”
23:13 – Il signor Seragni
vorrebbe fare una domanda sul piano di protezione civile. Fa riferimento alla
centrale di Cassano d’Adda, delle cui emissioni è preoccupato. Risponde il
relatore: “Sulle problematiche di tipo sanitario e ambientale la nostra
competenza è marginale. Ci sono altri enti regionali che si occupano di
monitorare questi aspetti.”
23:17 – Il signor Bravi sembra
non aver capito la risposta: fa un’altra domanda a proposito del medesimo tema
su cui il relatore si è appena pronunciato estraneo e non qualificato.
23:19 – Carera introduce il
quarto punto. Qualche tempo fa la regione, come si dice in gergo, ha buttato lì
l’idea di installare una centrale idroelettrica a Rivolta. Proprio dove c’è il
ponte vecchio. Ora c’è un’impresa che ha presentato la proposta. Queste
proposte hanno ricevuto attenzione degli enti preposti in attesa del lavoro di
Malerba.
23:20 – Oggi c’è qui un ingegnere
di quell’azienda per presentare il progetto.
23:21 – “Ringrazio sindaco e
assessore perché sono stati in una posizione senza pregiudizi.”
23:22 – “Stasera vi presento
un’opportunità. Avete questa briglia che produce un salto. Questo salto
configura un potenziale energetico non banale. Potrebbe garantire energia per
9.000 abitanti. È un impianto idroelettrico realizzabile.”
23:23 – Poi presenta il suo
gruppo. Si chiama “Sorgente”. Ha fatto molti progetti soprattutto sui bassi
salti, che fino a qualche anno fa erano difficilmente realizzabili. Poi illustra
diversi impianti realizzati dalla sua azienda. Alcuni di questi sono stati
realizzati bypassando le briglie di un fiume. Un po’ come, teoricamente,
dovrebbero poter fare a Rivolta.
23:28 – “A Rivolta siamo
partiti da una possibile sistemazione della briglia. È presumibile che la
briglia possa avere una certa sistemazione. Il dislivello oggi è di 2,70 metri.
La briglia potrebbe essere regolarizzata e diventare uno scivolo.”
23:30 – “La nostra proposta è
di collaborare alla ristrutturazione di questa briglia e al restauro della
traversa. La cosa interessante è che ci siamo spinti a ipotizzare diverse
soluzioni, che potrebbero consentire anche l’abbassamento della briglia in fase
di piena.”
23:31 – “In questo caso le
ipotesi sono quattro.” Il relatore provvede
a illustrarle tutte. C’è l’impianto che fornisce maggiore energia ma non
migliora le condizioni in caso di piena. Poi c’è un sistema che abbassa la
briglia e recupera l’altezza con una paratoia. Il terzo caso è di lasciare la
briglia così com’è: si produce un po’ meno. L’ultima ipotesi, provocatoria, è
di sostituire la briglia con una paratoia. Soluzione che oggi potrebbe mettere
in crisi il ponte.
23:35 – Qualcosa mi dice che la
quarta ipotesi sarà scartata immediatamente.
23:37 – La produzione può passare
da più di 8 milioni kWh/anno a un minimo di 6 milioni e rotti. A quanto ho capito,
8 milioni coprirebbero il fabbisogno di tutta Rivolta.
23:39 – L’azienda propende per
l’ipotesi 2, quella che abbassa la briglia e recupera con una paratoia.
23:41 – Il gruppo “Sorgente” ha
realizzato un progetto quasi identico a Isola Dovarese. Il relatore illustra
diverse foto.
23:42 – A Rivolta, ci sarebbero
due turbine a bassissimo salto. Per installarle è necessario scavare poco e
usare poco calcestruzzo.
23:45 – Cosa comporta l’impianto:
maggiore disponibilità economica rispettivamente ai lavori sulla briglia.
Costante monitoraggio della briglia. Una convenzione col comune che prevederà
contributi compensativi destinati sia al fiume sia a interventi di risparmio
energetico. Versamento dei canoni demaniali di concessione, installazione della
scala della fauna ittica.
23:46 - Al cronista qui il progetto sembra interessante.
23:46 - Al cronista qui il progetto sembra interessante.
23:47 – Brandazza chiede quali
sono i vantaggi per i cittadini di Rivolta. Poi suggerisce che la proposta
contrasta con quanto detto da Malerba, soprattutto per i rischi di rigurgito
dello scorrere dell’acqua. Il relatore cerca di rispiegare quanto appena detto. Secondo Brandazza ci sono comunque rischi, lui e il suo comitato si opporranno senz'altro.
23:48 – C’ha messo poco a farsi
un ‘idea.
23:49 – Il relatore risponde che
non ci sono rischi. Se ce ne fossero stati, nemmeno avrebbe proposto il
progetto.
23:49 – Brandazza: “Lei vuole
la botte piena e la moglie ubriaca.”
23:50 – Interviene Carera: “C’è
una terza ipotesi. Se lui non va a ostacolare il deflusso più della briglia,
non ci sono problemi per l’abitato. La questione dell’abbassamento della
briglia, abbiam visto che potrebbe essere fatto dopo il rinforzo delle pile del
ponte. Quello che a me interessa non è tanto il contributo annuo, che pur non
c’è da sputarci sopra, ma il fatto che lui potrebbe modificare la briglia. Lo
scivolo è positivo per il riflusso dell’acqua.”
23:53 – “Siamo davvero aperti
per valutare qualsiasi possibilità. Affrontiamo il problema con il cuore in
gola. Lo valutiamo tecnicamente per vedere se ci può essere un vantaggio per la
sicurezza del paese.”
23:54 – Carera chiude l'assemblea ringraziando tutti i presenti e gli esperti intervenuti.